Quarant’anni fa le Brigate Rosse uccidevano Guido Rossa. La Città di Rivalta è particolarmente legata al suo ricordo, tanto da aver intitolato alla sua memoria l’asilo nido del quartiere Pasta. Oggi, 24 gennaio, ricorre il 40simo anniversario della sua morte ed è giusto, oltre che doveroso, ricordare il suo esempio e la sua onestà.
Era il 24 gennaio del 1979 e per la prima volta le BR decidevano di colpire un operaio, un militante del Partito Comunista e delegato sindacale. La sua colpa, agli occhi dei brigatisti, quella di avere denunciato un compagno di lavoro, Francesco Berardi, scoperto a nascondere volantini delle BR all’interno dell’Italsider di Genova.
Il suo assassinio, oggi come ieri, rappresenta uno spartiacque nella parabola del terrorismo rosso. All’indomani del 1978, l’anno del rapimento e dell’uccisione di Moro, il PCI e il sindacato avevano non solo preso le distanze dalle forze extraparlamentari ma avevano chiesto a tutti gli iscritti di denunciare i fiancheggiatori dei terroristi, dentro e fuori le fabbriche. Una decisione che toglieva alle BR qualsiasi copertura e complicità ideologica.
La denuncia di Guido Rossa e la sua testimonianza al processo sono decisive per la condanna di Berardi. Ma segnano anche la sua condanna, perché il suo gesto, la sua onestà intellettuale e morale rischiano di diventare un pericoloso precedente per le BR, che decidono di reagire.
La mattina del 24 gennaio 1979 un commando di brigatisti nascosto su un furgone parcheggiato in via Ischia a Genova colpisce a morte Guido Rossa prima che possa salire in auto per andare al lavoro. Ma è un omicidio che invece di rafforzare la posizione delle BR finisce per indebolirla. Appena la notizia dell’attentato diventa di dominio pubblico è proprio la base operaia a dare una risposta forte: scioperi, cortei e assemblee si svolgono in tutte le fabbriche italiane, da nord a sud. Ai suoi funerali partecipano 250mila persone.
Quel giorno è il Presidente della Repubblica Sandro Pertini a pronunciare le parole più dure contro i brigatisti e lo fa in un discorso pronunciato davanti ai camalli del porto: «non vi parla il Presidente della Repubblica, vi parla il compagno Pertini. Io le BR le ho conosciute: hanno combattuto con me contro i fascisti, non contro i democratici».
Quarant’anni dopo la figura e l’esempio di Guido Rossa non sono relegate alla storia ma hanno un ruolo importante nell’attualità.Come ha detto il Presidente Sergio Mattarella «onoriamo oggi un uomo un lavoratore un militante politico e un delegato sindacale che di fronte alle forze oscure ebbe la forza di reagire e resistere. Il terrorismo è un attacco vile alle persone alle loro idee e alle istituzioni. Guido Rossa non indugiò e seppe cosa fare anche per gli altri».