Interventi all’ex Monastero

Sono iniziati i lavori di restauro e ripristino della facciata esterna e del corridoio dell’ex Monastero. Il cantiere interessa la “manica juvarriana”, quella porzione di edificio che si affaccia su piazzale de Michelis e che oggi ospita la sede di alcune associazioni cittadine.


L’intervento restituirà a questa parte del complesso la dignità che merita, uniformandola alla riqualificazione già effettuata per l’ex Cappella. Il cantiere si avvale di un finanziamento messo a disposizione dal bando Cantieri diffusi della Fondazione CRT, a cui la Città di Rivalta ha partecipato nel 2018.


La spesa complessiva sarà di 100.000 € e 21.000 € saranno finanziati proprio dalla Fondazione CRT.

Quattro le macro-aree interessate dai lavori: l’intervento principale riguarderà il pavimento, che verrà sostituito, in modo da rendere la superficie il più possibile omogenea alla parte della Cappella già restaurata. Verranno poi rifatti l’impianto elettrico e migliorata l’illuminazione e saranno infine sostituiti tutti i serramenti.L’intervento sulla struttura si concentrerà sulla facciata ovest, con il restauro del paramento esterno, la sostituzione delle grate e della porta di accesso e con la posa di una nuova illuminazione, in modo da mettere in evidenza un bene storico rivaltese che ben conserva i suoi mille anni di vita.

Un po’ di storia

Intorno alla fine dell’XI secolo un’altra realtà si inseriva, a poca distanza dal Castello, nel territorio rivaltese.

Il nuovo ente, dipendente, a partire dal 1097, da S. Lorenzo di Oulx, si insedia all’esterno del castrum, in quella ”area di strada” contraddistinta dal passaggio di una variante della via Francigena, venendo ben presto a costituire un importante polo di potere religioso. Affidato dapprima ai canonici di S. Agostino e, dal 1254, ai cistercensi, il Monastero conoscerà il suo massimo splendore tra XII e XIV secolo. Sopravviverà, tra alterne vicende, fino al 1792, data della soppressione, che precede di poco la demolizione della chiesa abbaziale, avvenuta nel 1813.

Il complesso monastico, organizzato intorno al chiostro, luogo di lettura e di vita comune, era dotato di spazi residenziali e di servizio alle attività dei monaci.

Recenti scavi archeologici hanno messo in luce i resti della prima chiesa canonicale, risalenti almeno all’XI secolo e oggi visibili, protetti da pavimentazione vetrata, all’interno della cappella ottocentesca. La struttura di XI secolo appare tuttavia già il frutto dell’ampliamento di una prima chiesa, anteriore al X secolo, preziosa testimonianza di una presenza religiosa precedente la costituzione del Monastero stesso. Un nuovo e più imponente edificio, il cui sviluppo planimetrico è riproposto nell’area archeologica esterna, fu costruito nel corso del XII secolo.

La nuova chiesa, a tre navate absidate precedute da un nartece, era realizzata in mattoni, con l’utilizzo di blocchi in pietra verde valsusina alla base dei pilastri e agli angoli. Alla Valle di Susa e, più precisamente, alla sacra di S. Michele e all’atelier di Nicolò, cui si deve il Portale dello Zodiaco, riporta anche l’impronta stilistica dei quattro pregevoli capitelli qui rinvenuti e acquistati dal Museo Civico d’Arte Antica di Torino nel 1932. Successive riplasmazioni investirono tutto il complesso in età barocca e trovano riscontro nell’imponente facciata della manica meridionale, di chiara ispirazione juvarriana.

Facevano parte dell’aggregato abbaziale la cascina della Commenda e il Mulino, affacciati sull’attuale piazza, nonché il grande parco, ricco di alberi secolari e pregevoli essenze.

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