Ba benen yoon, Koussanar, «arrivederci, Koussanar»! Questo il saluto in lingua wolof della delegazione italiana al termine della visita istituzionale alla comunità di Koussanar, comune senegalese di 30.000 abitanti e di un centinaio di villaggi a 400 Km dalla capitale Dakar, sede di alcuni progetti di cooperazione internazionale che vedono tra i promotori la Città di Rivalta insieme al Comune di Bruino.
Due le principali linee di intervento, finanziate da bandi della Regione Piemonte con il supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo: lo sviluppo di forme di microcredito a favore della giovane imprenditoria locale e la costruzione di pozzi per migliorare le infrastrutture idriche.
Microcredito e agricoltura
La delegazione, in dieci giorni di viaggio, ha verificato l’avanzamento dei progetti nei villaggi di Sinthiou Syllamaka e di Sane Thiekedjie, nei quali sono stati scavati pozzi per l’acqua potabile. Per le due piccole comunità avere accesso diretto all’acqua ha influito positivamente su tutti gli aspetti della vita quotidiana.
Basti pensare che chi non ha un pozzo, per assicurare alla propria famiglia l’acqua necessaria, è costretto ad attraversare a piedi, ogni giorno, chilometri di territorio arido, portando con sé taniche di 40 kg. Ma i pozzi non bastano: le falde acquifere sono profonde anche 50 metri e servirebbero pompe solari, utili nei mesi di siccità per irrigare e coltivare gli orti.
E non solo i pozzi mancano a Koussanar. Qui le scuole sono edifici spesso da completare, manutenere e rimodernare. In Senegal il 70% delle persone ha meno di trent’anni e nei villaggi intorno a Koussanar, distanti anche 90 km dal centro abitato con più servizi, i bambini e le bambine non riescono a frequentare le lezioni. Troppa la distanza e troppo il tempo che verrebbe sottratto all’economia familiare.
Notevoli, invece, i passi in avanti fatti dal progetto di microcredito. Dopo lo stop dovuto alle elezioni amministrative è stato infatti approvato il nuovo regolamento, sottoscritto dalla Caisse du Credit Mutuel du Senegal. Il fondo è di 15 milioni di franchi, quasi 23mila €, con un tasso d’interesse del 16%, che il gruppo di lavoro cercherà ora di abbassare ulteriormente.
Con questo fondo saranno concessi prestiti agevolati ai giovani e alle donne per finanziare start-up, micro imprese e idee imprenditoriali. Una testimonianza di quanto sia dinamico e creativo il tessuto economico senegalese, lontano dalla visione stereotipata che spesso l’Occidente ha dell’Africa.
Tabaski a Dakar
Rientrata a Dakar la delegazione è stata ricevuta dall’ambasciatore italiano Giovanni De Vito, che si è mostrato molto interessato ai progetti fin qui realizzati. E sempre a Dakar i delegati hanno avuto modo di assistere al Tabaski, la festa islamica del Sacrificio, ospiti delle famiglie del posto che hanno condiviso le celebrazioni culminate nel pranzo rituale a base di montone.
«La pace religiosa che vive il Senegal è emblematica di una mentalità tollerante e pacifista – ha detto l’assessore Alessia Aragona – qui sono possibili rapporti di rispetto e di amicizia tra mussulmani e cristiani, che, addirittura, condividono i giorni di feste religiose».
Gli ultimi giorni della missione sono stati dedicati alla scoperta di altri progetti, portati avanti da realtà vicine a Rivalta, grazie all’esperienza e alla guida del direttore del Co.Co.Pa. Edoardo Daneo: quelli del comune di Pino Torinese a Pikine est, di Renken onlus a Malika, di Nichelino a Niaga Peul, quello del Cous Cous salato di Slow Food – Terra Madre nell’isola delle conchiglie Joal Fadiouth.
Il viaggio ha dato anche l’opportunità di conoscere Ibrahima Khalil Mbaye, attivista per la tutela ambientale e presidente dell’associazione Aar Lac Rose. Da anni si batte contro il consumo di suolo lungo le sponde del Lago Rosa, uno specchio d’acqua salata punto di sosta degli uccelli migratori, oggi minacciato dalla siccità. Il gruppo di giovani attivisti viene supportato anche dall’associazione Tamra di Nichelino e dal suo presidente Magatte Dieng.