Da Airasca a Volvera, passando per Orbassano e Rivalta sono dieci le amministrazioni comunali che hanno aderito al flash mob di sabato pomeriggio, organizzato per dire “no” al casello di Beinasco dell’autostrada Torino-Pinerolo. Insieme a sindaci e assessori hanno sfilato anche cittadini e associazioni ambientaliste.
Da tempo ormai Rivalta chiede il rispetto degli impegni assunti da Ativa nel 2000 e l’immediata chiusura della barriera di Beinasco. La concessione di ATIVA è ormai è scaduta e il casello, da mesi, è aperto in regime di proroga senza più alcun motivo. La chiusura è sollecitata anche da Regione Piemonte e Città metropolitana.
Per una decina di minuti i manifestanti hanno bloccato con striscioni e bandiere in maniera simbolica il cavalcavia tra Beinasco e Borgaretto, proprio sopra la il casello della tangenziale.
La barriera -hanno detto i sindaci- aumenta il traffico di auto e quindi anche l’inquinamento sulla viabilità locale: sono sempre di più gli automobilisti che, per non pagare il pedaggio, entrano ed escono dallo svincolo del sito.
A Pasta, nei giorni lavorativi e nelle ore di punta il traffico di auto private lungo via Torino e la strada provinciale n. 6 raggiunge dei livelli insostenibili: «la barriera di Beinasco contribuisce ad aumentare il traffico sulle nostre strade, -ha spiegato Nicola de Ruggiero– con automobilisti e camionisti che entrano ed escono dallo svincolo SITO per evitare il “balzello” della tangenziale, percorrendo così la bretella del Dojrone fino a raggiungere Pasta e via San Luigi».